Al ristorante e al bar

Anche il locale pubblico ha le sue regole di galateo.

Entrando nel ristorante come in tutti i luoghi pubblici, l'uomo precede la donna, per poter controllare che l'ambiente sia consono a una signora. Nel seguire poi il cameriere verso il tavolo, la signora passa davanti e l'uomo chiude la fila.

Mentre il cameriere, in piedi accanto al tavolo, aspetta le ordinazioni si sospendono le conversazioni tra commensali. Leggendo il menu, non si fanno mai commenti, né si motivano le proprie scelte. Una volta scelto, è meglio evitare di richiamare il cameriere per cambiare l'ordinazione.


E' l'uomo di regola che si rivolge al cameriere, chiedendo prima alla signora che cosa vuole ordinare. La signora accompagnata da un uomo sappia quindi lasciare che sia lui a scegliere il vino e a rivolgersi al cameriere per qualunque richiesta. Naturalmente, se chi invita è una signora, sarà lei a fare le ordinazioni direttamente al cameriere; e i suoi ospiti di sesso maschile sapranno tenersi discretamente in disparte.

Non si parla con il cameriere di argomenti che esulino dal servizio ed è assolutamente vietato chiamarlo schioccando le dita, o battendo sul bicchiere. Basta fare un gesto discreto con la mano in un momento in cui siamo a portata di sguardo.

Chi è in compagnia, non legge il giornale a tavola; chi è solo può farlo, ma unicamente mentre aspetta di essere servito, non mentre mangia.


Se qualcosa non va, segnaliamolo pure, ma senza alzare la voce, né prendersela con il cameriere che, quasi sempre, non ne può nulla. Meglio chiedere tranquillamente di parlare con il direttore o il proprietario. Rispetto non solo per il locale e i suoi frequentatori, ma anche per chi è alla stessa tavola. Si può perdonare chi mangia con la posata sbagliata, ma è più difficile sopportare le buone maniere nei confronti del prossimo.

Non è obbligatorio che il cavaliere ceda al ricatto psicologico della fioraia che gira tra i tavoli: basta un cenno fermo e cortese di diniego della donna.

Non si fuma prima del dessert, e, comunque solo dopo averne chiesto il permesso; cenere e mozziconi vari non vanno gettati né sul pavimento né tanto meno nel piatto.


Anche se il servizio è lento, non si giocherella con il pane.

Non si usano gli stuzzicadenti, mai, per nessun motivo.

A fine pasto, la signora che vuole ritoccarsi il rossetto si dirige con discrezione verso la toilette: assolutamente vietato armeggiare a tavola.

Ma il momento della verità arriva con il conto. La persona educata aborre le sceneggiate, le grida di “Pago io!”, gli strattoni al malcapitato cameriere, le esibizioni di portafogli, le minacce di offendersi.
Il segreto sta nell'essere chiari sin dall'inizio. Se Gentile ha detto a Galante( o Galatea): “Vuoi venire con me al Pinco Pallo, giovedì?” significa che pagherà lui il conto e che al momento buono il suo ospite sarà signorilmente distratto e non farà commenti; lo ringrazierà brevemente nell'accomiatarsi ( e provvederà poi a sdebitarsi con un altro invito, o in altro modo).
Se invece Gentile si limita a proporre: “Ceniamo insieme giovedì? Dove andiamo?”, ci si aspetta di pagare alla romana; l'educazione in questo caso consiste nell'evitare il più possibile di sciorinare il denaro e di fare i conti in pubblico. Sempre consigliabile l’uso della carta di credito, che rende del tutto asettica e discreta l'operazione.

Tra i gesti ritenuti un tempo di cattivo gusto è invece da rivalutare il controllo del conto, che dimostra un giusto rapporto con il denaro: si farà con tatto, senza esibizione di cipiglio professionale e … calcolatrice tascabile!

BE SIMPLE... BE CHIC
TIZIANA

Commenti

  1. Post molto interessante!

    http://thestyleattitude.blogspot.it/

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  2. Grazie Stella, benvenuta...
    Alla prossima...
    Tiziana

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  3. Bellissimo questo blog. Con il tuo permesso ogni tanto pubblico qualche post sul mio blog http://www.ilmegliodifashion.blogspot,com naturalmente condividendo il link e citando il tuo blog. Complimenti!

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