Perfumes

I profumi hanno una lunga storia e fin dall'antichità sono stati amati, studiati e utilizzati, anche con la convinzione che avessero efficaci poteri disinfettanti e protettivi rispetto a malattie ed epidemie. Pensiamo a quanti contenitori per unguenti profumati possiamo ammirare ancora oggi nei musei archeologici di tutto il mondo. Prima solo naturali e poi di sintesi, sono intramontabili e amatissimi da uomini e donne.

Sappiamo che nel Medioevo e nel Rinascimento la pulizia personale non era tenuta in alcuna considerazione. Si ha notizia di un gentiluomo tedesco all'inizio del Seicento che, omaggiando la sua amata con un pacco di sapone, abbia dovuto allegare al dono una lettera con le istruzioni per il suo utilizzo!

Difatti i profumi si sono sviluppati in tempi in cui erano utili soprattutto per coprire i cattivi odori e in particolare ebbero grande successo nel Settecento. In Francia, a Versailles, a quei tempi l’igiene personale e il culto dell’acqua e delle abluzioni non erano ancora concetti diffusi e pratiche quotidiane per tutti, anzi! Basti pensare, per fare un esempio famoso, che Luigi XIV pare abbia fatto un solo bagno in quattro anni! All'epoca il profumo era non solo piacevole, ma addirittura necessario per tollerare il lezzo che emanava persino dai personaggi più altolocati.


Anche oggi è davvero importante selezionare il profumo più adatto a ciascuno. Infatti ogni essenza e ogni aroma, fondendosi con il proprio odore naturale, dà vita a una sfumatura diversa. C’è chi ama i profumi dolci, chi i talcati, chi gli speziati e secchi. Anch'esso quindi deve ben adattarsi alla pelle, alla personalità, al carattere generale di ogni individuo.


Le regole più classiche destinate a una signora elegante imponevano che non cambiasse mai né pettinatura né profumo. Si supponeva che dovessero fare tutt'uno con lei, che il profumo dovesse diventare un segno di riconoscimento e di identificazione, quindi da non maturare mai. Il contrario di ciò che pretendeva la moda ai tempi di Luigi XV, sempre nel Settecento, in cui ogni giorno i nobili erano tenuti a sfoggiare un’essenza diversa, tanto che la sua era detta “la corte profumata”.

Oggi cambiare profumo di quando in quando è più che legittimo. Vale la raccomandazione
  • di non abusare, in un senso come nell'altro: lasciare una gran scia dietro di sé non è segno di signorilità. Tuttavia non si chiede nemmeno di giungere al concetto estremo di Plauto (ne La commedia degli spettri): “Mulier recte olet ubi nihil olet” (“La donna ha un buon profumo quando non ha alcun profumo”)
  • L’essenza va quindi spruzzata in modica quantità solo sui polsi e dietro alle orecchie, in modo da esser percepita solo da chi si avvicina alla persona. La discrezione, pure in questo caso, è di rigore.
  • Solo se ben dosato, il profumo può rivelarsi un’arma vincente di seduzione, e non solo per le donne. In Provaci ancora, Sam di Woody Allen il fantasma di Humphrey Bogart rimprovera il protagonista per essersi eccessivamente profumato in vista di un appuntamento galante, che si rivelerà, come sempre, disastroso. Al giorno d’oggi esistono numerose fragranze maschili fra cui i signori uomini possono scegliere. Un buon dopabarba, evitando aromi esageratamente muschiati, è di sicuro il perfetto complemento per l’uomo elegante.
  • Le operazione relative alla toilette, anche di semplice ritocco, non si compiono in pubblico, se c’è la possibilità di appartarsi. Una regola che "entra" anche tra le pareti domestiche. Il poeta Publio Ovidio Nasone già raccomandava: “L’arte che vi fa belle sia segreta. Chi non vi schiferebbe guardando la feccia sparsa sopra il viso, quando vi scorre e gocciola pesante tra i due tiepidi seni? E che fetore emana l'èsipo, sozza spremitura del vello immondo del caprone, fetida anche se viene da Atene. E non vi approvo quando applicate in pubblico misture di midollo di cerva, o vi sfregate i denti davanti a tutti”. Fortunatamente i belletti ( anche quelli biologici) oggi sono un po’ più raffinati, ma la regola della riservatezza è rimasta
  • E mi raccomando, mie care lettrici, di non pensare che l’abitacolo della vostra auto sia un camerino per il trucco; il pericolo di incidenti è direttamente proporzionale al tempo dedicato al ritocco del rossetto o dell'eyeliner.

Matilde Serao nel suo Saper vivere arrivava a caldeggiare le signorine di “non mettere in dosso profumi. Badi che la cipria non abbia odore, e se ne serva unicamente per la cosiddetta toaletta intima; non la metta sul volto; impallidisce, toglie la freschezza; e oggi quello che si vuole e piace, non è già il pallore sentimentale, ma il roseo della salute”. Ed eravamo nel 1926!

BE SIMPLE... BE CHIC
Tiziana

Commenti

  1. Grazie per la frase meravigliosa che hai lasciato nel commento al mio post, la userò per sostituire la frase d'ingresso che ormai campeggia da oltre due anni.
    Un abbraccio
    mari

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